Continuiamo con questo secondo testo la trilogia di articoli - iniziata nel numero precedente con “L’ipnosi del popolo digitale” – che intende riferirsi al processo di individuazione, di sviluppo psichico dell’Io. Dalla nube di omologazione nella quale viviamo meccanicamente condizionati, parliamo della vita di un uomo che ha compiuto il suo processo iniziatico facendo brillare la sua stella.
«Giovedì mattina, in Campo de Fiore, fu abbrugiato vivo quello scellerato frate domenichino da Nola, di che si scrisse con le passate. Eretico ostinatissimo et avendo di suo capriccio formati diversi dogmi contro nostra fede et in particolare contro la santissima Vergine et i santi, volse ostinatamente morir in quelli lo scellerato et diceva che moriva martire et volentieri e che ne sarebbe la sua anima ascesa con quel fumo in paradiso. Ma ora egli se ne avede se diceva la verità, di Roma il 19 febbraro 1600».[1]
Nello stesso luogo nel quale fu arso vivo, alla fine dell'800 fu eretto un monumento a Giordano Bruno, scelto come simbolo del libero pensiero contro la Chiesa e il Papa.
La statua in bronzo, che si può ancora ammirare in Campo de' Fiori a Roma, evoca la personalità di Bruno, fiera e misteriosa sotto il suo cappuccio. L'espressione severa e lo sguardo rivolto al Vaticano, sembrano ricordare che un uomo, anche se solo, può ergersi in difesa della libertà di pensiero, anche a costo della propria vita. Nello scorso articolo Psicologia delle masse digitali, abbiamo iniziato un percorso alla scoperta del "non condizionato e non condizionabile" che esiste dentro ognuno di noi. Un percorso alla scoperta di come l'Io, confuso e annullato nella massa, possa affrancarsi dalla schiavitù dell'omologazione per accedere alla propria verità e finalmente liberarsi nella parte più profonda e autentica di sé.
[1] Foglio a stampa degli avvisi di Roma dell'epoca che davano le notizie salienti, tratto dalla conferenza di Anna Foa "Il rogo di Giordano Bruno, 17 febbraio 1600".