Trovarsi di fronte alla propria Verità. Decidere con coraggio di condividerla, con se stessi, ed abbracciarla.

Seduti uno di fronte all’altro. Ognuno con la propria vita, inevitabilmente avvolta nelle catene delle ferite. Ognuno con il proprio passato che colora di una tinta tutta sua, la lente con cui ho immaginato e osservato l’altro fino a questo momento. Ma la Verità, la mia…la tua… abbiamo deciso di metterla al centro oggi.

“Un caffè per favore, al vetro”
“Per me invece, un infuso”

Per arrivare alla Verità abbiamo bisogno di fare un giro largo, e di sapere che quel momento non è eterno.
“Posso fuggire”, continua a ripetere una parte di me. Forse la parte che più ha bisogno di quel momento.

Va bene così. Sarà come assaggiare un cibo prelibato, per poi tornare alla vita di ogni giorno, portando nell’ anima il ricordo di quel sapore di Luce.

Eppure la Verità è sempre stata li ad attendere che la nostra anima le porgesse orecchio.. Limpida, fluida, amorevole, generosa si offre a noi: né mia, né tua. Non importa se prima tu o io…Non avrebbe potuto manifestarsi in tutta la sua armonia se entrambi non fossimo arrivati qua, nel limite umano e perfetto di ciò che siamo. La Verità si fa accessibile affinché in lei la nostra dualità non sia più una guerra ma diventi una danza. Non ci sono vincitori o vinti, né ragioni o torti. E’ solo l’anima mia danzante che si fa largo tra i miei mille Io e incontra la tua che ha fatto lo stesso percorso.

A metà strada. Per dare nuove comprensioni e nutrimenti ai i nostri cuori feriti.

E sentiamo che è stato un dono. Arrivato forse da una Fonte ancora sconosciuta. Ma che oggi, possiamo accettare e far entrare in noi perché è fatto della stessa sostanza che sentiamo compone un frammento della nostra anima.