Se ci chiedessero di raccontare la nostra vita, da dove inizieremmo?
Qualcuno racconterebbe le proprie avventure, i suoi numerosi viaggi, quella vacanza esotica rovinata dal cattivo tempo, oppure ancora di un amore incontrato e poi perduto.
Qualcuno parlerebbe dei fitti impegni degli ultimi mesi, della sua professionalità sempre impeccabile, di come trascorre la giornata organizzando bene il tempo, riuscendo così a ‘sbrigare tutto’.
Altri potrebbero parlare di arte, della propria passione di collezionare dipinti o dell’ultimo avvincente romanzo appena uscito. O forse leggerebbero un’ispirata poesia di loro produzione.
Ma davvero siamo ciò che ci accade?
Chi ha intrapreso un percorso di autosservazione sa che spesso lo stato d’animo associato ad un evento esteriore non ha relazione con esso. Il cattivo tempo della vacanza esotica può essere vissuto con una profonda serenità interiore. Il successo lavorativo può tramutarsi in un senso di alienazione, disseminato dai frantumi di una trascurata intimità con se stessi o con gli altri.
I nostri stati d’animo, e non gli eventi, prendono il comando della nostra vita.
Ma noi possiamo imparare a descrivere ciò che viviamo attraverso delle ’fotografie interiori’, che ‘fissano’ quello che avviene dentro di noi. Possiamo prendere una distanza dai continui mutamenti del nostro mondo interno, e da questa distanza imparare pian piano a crescere.
Addentrandoci sempre più nel percorso di conoscenza, potremo arrivare a percepire il nostro essere come un lago. Mentre in superficie infuriano terribili bufere, in profondità esiste un luogo di silenzio e inesauribile calma.