Gurdjieff chiama il lavoro su di sè un lavoro "contro natura". Questa definizione può dare adito a fraintendimenti.
In realtà non stiamo parlando di un lavoro che ci allontana dalla nostra vera natura, al contrario.
Con queste parole Gurdjieff intende evidenziare il fatto che si dovrà lottare contro la tendenza naturale della nostra macchina a RESISTERE CON OGNI FORZA AL CAMBIAMENTO. La nostra macchina umana, ha un modello consolidato di funzionamento, viaggia costantemente con il pilota automatico inserito, convinta di autogovernarsi alla perfezione.
Perchè cambiare se dal suo punto di vista procede perfettamente?
Avete mai visto gli alberi che crescono nelle regioni dove batte molto forte il vento? I loro tronchi sono inclinati, si sono lasciati modellare dalla forza del vento in modo da opporre la minor resistenza possibile. In fondo anche noi siamo in questo stato, SIAMO STATI MODELLATI DA EVENTI ESTERNI SIN DA MOLTO PICCOLI, e per poter vivere senza troppi sforzi anche noi abbiamo cercato di opporre loro la minor resistenza possibile.
Se provassimo a raddrizzare i tronchi, modellati dal vento con un sostegno, scopriremmo che appena lo togliamo ritorneranno alla posizione più comoda; la stessa cosa faremmo noi, la stessa cosa farà la nostra macchina.
Per poter raddrizzare i tronchi, per poter modificare davvero qualcosa, non basta un sostegno temporaneo, non basta fare qualcosa ogni tanto... è necessario un impegno costante e continuo, un Lavoro contro la nostra meccanicità... un Lavoro contro corrente.