il bracciale d'oro
Gent.ma Dott.ssa Valerio, 
volevo sottoporle un sogno che mi ha colpito, in quanto è la prima volta che sogno mia madre. “Sono in strada, e mi aggiusto un braccialetto d’oro per non perderlo, di quelli rigidi e aperti per essere infilati. Si avvicina un ragazzo biondo, sui vent’anni, magro, dall’aria discola, e mi chiede se ho dell’oro a casa. Mi preoccupo e rispondo prontamente che tengo tutto in una cassetta di sicurezza in banca. Il ragazzo con un mezzo sorriso e un fare da bulletto mi dice che ho i riflessi pronti. Prima di procedere verso casa mia, passiamo insieme a trovare un suo professore, nella sua casa. Il professore, non appena lo vede, s’incazza, e gli dice, chinandosi verso di lui con fare minaccioso: «Se vuoi darmi affetto fai pure, mi fa piacere». Il professore è un tipo alto, magro, con volto scavato e una leggera barba, mi dà l’impressione di un dio greco/romano. Poi mi rendo conto che assomiglia al mio professore di diritto ed economia in terza ragioneria, che era cieco. Infine, il ragazzo biondo mi accompagna a casa, non quella dove sono ora, ma di Genova, e mia madre ci apre la porta, con i capelli appena fatti, un golf verde chiaro, gentile come sempre (mia mamma è ormai deceduta da anni), rimaniamo sull’uscio”. Aggiungo che quando tornai a frequentare la quarta ragioneria serale, cercai quel professore e gli parlai, sembrava contento e meravigliato di ricevere la visita di un ex allievo, e mi chiese se stessi male; in effetti sì, ma non fisicamente, ma perché avevo perso il lavoro e mi sentivo un po’ disperato, mi vergognavo. Grazie in anticipo per la sua risposta.

Gentile lettore, la ringrazio per la fiducia, nell’affidare a queste pagine e a me un sogno così intenso. Spero di essere delicata e altrettanto profonda nel risponderle, offrendole alcuni spunti di riflessione.