la relazione tra personale e collettivo

Gent.ma dott.ssa Valerio, mi sembra di aver compreso che l'inconscio personale riguarda i contenuti della storia personale di una persona, i suoi simboli, i suoi rimossi, le parti non espresse, ecc. Mentre l'inconscio collettivo riguarda aspetti che accomunano tutta l'umanità e la natura stessa. Volevo chiederle, come comunicano fra loro questi due mondi, che relazione c'è tra l'inconscio personale e quello collettivo?


Grazie per questa domanda che ci invita a comprendere le connessioni tra i differenti strati dell’inconscio, che sostengono, nutrono e circondano la nostra coscienza. L’inconscio personale completa la nostra personalità, intesa come un piccolo cosmo che in sé contiene più dimensioni. Racchiude e custodisce le nostre esperienze e gli aspetti di cui siamo meno consapevoli, i prodotti dei vissuti istintuali che accadono naturalmente, elementi creativi potenziali, ricordi sprofondati nell’oblio. 
Qui vivono le ombre, intese come le potenzialità non (ancora) vissute, e i complessi personali, che possono essere pensati come figure autonome, che hanno intenzionalità proprie. Possiedono “una sorta di corpo, in una certa misura una propria fisiologia. Possono sconvolgere lo stomaco, alterare la respirazione, disturbare il cuore: in breve, si comportano come una personalità parziale”. Possono interferire con la nostra volontà e addirittura prendere il posto dell’Io, sviando le nostre intenzioni e agendo al nostro posto. I sogni e i percorsi di terapia aiutano a conoscerli, a nominarli, a studiarne il funzionamento, ad esserne in parte consapevoli. Quando siamo sotto il loro influsso, viviamo una grande intensità affettiva ed emotiva, che ha carattere coercitivo e convincente. Per questo ci troviamo a vivere più volte la stessa situazione, a innamorarci dello stesso tipo di persona che non ricambia il nostro amore o non ci rende felici, a compiere scelte che ci impediscono di accedere alla nostra individuazione e al nostro destino.