Perché si muore? Perché la morte domina questo mondo e le nostre vite? Questo articolo non vuole dare risposte, ma solo raccontare un'esperienza.

Stamattina mi alzo di buon ora e decido di non andare a lavorare e di prendermi un giorno per me stessa e andare al mare... è una bellissima giornata di sole e d'estate ... sono sola in compagnia degli appunti di un seminario appena svolto e di un panino.
Sono molto presente a me stessa. "Perchè oggi sono presente in questo modo a me stessa?"  Tante domande nascono nella mia mente, mentre guido, in questa splendida e torrida giornata di sole.
Ieri sera mi sono addormentata  leggendo Robert E. Burton: "Il significato nascosto della vita sulla terra è la creazione di un'anima attraverso l'instancabile processo del Ricordo di Sé. Il Ricordo di sé è il solo fenomeno che domina il tempo e la morte". La mia mente non capisce,  tra questo e gli interventi del conferenziere sul Ricordo di sé al seminario... mi auguro buon Lavoro interiore!!!
 
Mi sorpassa una moto con 2 persone a bordo, va a schiantarsi contro un tir che svolta a sinistra, l'impatto è tremendo, io stessa sono costretta ad eseguire una manovra pericolosissima che, per non urtare le 2 macchine che ho davanti, porta la macchina a fermarsi nella cunetta. La scena è terribile, io e altri due automobilisti cerchiamo di bloccare le macchine che avanzano sul luogo dell'incidente, la strada è molto trafficata.
Mi rendo conto che il conducente della moto è gravissimo mentre la ragazza non riporta niente di grave,  il casco è spezzato in due, capisco subito che le ruote del tir sono passate sopra al collo del ragazzo, spezzandogli la base cranica, ma è ancora vivo, grazie al casco, anche se perde molto sangue dal naso e dalle orecchie. Vicino a me c'è una dottoressa che mi dice di lasciarlo nella stessa posizione in cui l'abbiamo trovato, la guardo e le dico che morto per morto voglio tentare di far qualcosa... La dottoressa nel frattempo chiama il 118, io tolgo il casco (cosa non facile) e inizio il massaggio cardiaco sentendo sotto le mie mani la gabbia toracica sfondata. Perchè oggi sono presente a me stessa in questo modo? Gli occhi del ragazzo guardano i miei e io,  tra lacrime, sudore, senso di impotenza, continuo a praticargli il massaggio cardiaco inchinata sull'asfalto a 38°, sapendo che è tutto inutile. Accompagno quel ragazzo nel suo ultimo viaggio, i suoi occhi abbandonano i miei e si rivolgono al cielo per un ultimo sguardo. La sua ragazza non si dà pace... "Perchè proprio lui? È un bravo ragazzo, gli ho detto mille volte di non comprare quella maledetta moto!"

Perchè questa domanda legittima sulle ragioni del morire ingiustamente accompagna le nostre vite? A volte vorremmo convocare Dio ad un processo: "perchè ti porti via un ragazzo giovane, bravo che ha dinanzi a se tutta la vita?" Da chi dipende la morte ingiusta di qualcuno... da Dio o dall'uomo?
Rivivo in quel momento l'ultima volta che vidi lo sguardo di mio padre morente in un letto di un ospedale, aveva lo sguardo sorridente e anche se avevo 13 anni quello sguardo mi accompagna tutt'ora.....
Nel frattempo giuingono ambulanze, elicottero con medici e infermieri che non fanno altro che constatarne il decesso.
Quel corpo in mezzo all'asfalto, io e un poliziotto copriamo quel povero corpo con un lenzuolo... guardo l'orologio sono le 10,30; faccio la mia ormai abituale  preghiera seduta vicino a Maurizio, 28 anni.... questo è il nome del ragazzo, in vacanza per la prima volta in Sardegna!