Un ponte tra corpo e anima, una lingua universale. Capace di condizionare il nostro psichismo, possiamo usarla consapevolmente come fonte di benessere, per facilitare in noi ricercati stati d’animo e connessioni profonde.
Miti, leggende, racconti popolari, testi sacri di ogni tempo e latitudine narrano di vicende legate alla potenza immaginifica della musica. Divinità, profeti, maestri, eroi ed eroine se ne sono serviti (e si sono messi a loro volta al suo servizio) per produrre un cambiamento di stato nella vita quotidiana delle persone così come in situazioni di sofferenza, difficoltà o pericolo. La musica è, ancestralmente, uno strumento trasformativo, perché – come sosteneva il filosofo Platone - «essa è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo. (…) La musica riesce a mettere in relazione due anime, facendole vibrare in maniera identica. È un ponte che getta l’uomo di là da un abisso per raggiungere un altro uomo». Ma essa costituisce anche un trampolino che serve all’essere umano per tuffarsi in una dimensione “Altra”. Non a caso, per i sapienti e gli studiosi di ogni epoca la musica è una delle vie che l’anima percorre per tornare al Cielo (Torquato Tasso); è la sola arte che ci dà risposte definitive (Emil Cioran); quella che ci aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori (Johann Sebastian Bach); perché «dove le parole non arrivano... la musica parla. Essa è il suono elettrizzato in cui lo Spirito vive, pensa e crea» (Ludwig Van Beethoven).