Un importante viaggio all’interno di un argomento complesso e dibattuto. Da una visione più amplia e generale su diversi punti di vista e interpretazioni, procederemo con un secondo articolo che esplorerà il senso che nel cristianesimo gnostico di dava al passaggio della morte fisica.
In passato, molti autori più o meno dotti hanno lanciato l'ipotesi che Gesù insegnasse la reincarnazione.[1] Edgar Cayce, Elizabeth Clare Prophet o Geddes MacGregor sono solo alcuni che hanno azzardato questa ipotesi basandosi su interpretazioni forzate di alcuni passaggi evangelici, come la domanda dei discepoli sul cieco nato (Giovanni 9:2) o l'identificazione di Giovanni Battista con Elia (Matteo 11:14). In realtà, però, se studiamo con attenzione il Nuovo Testamento, e soprattutto se teniamo conto del contesto storico e teologico dell'epoca, non possiamo dare ragione agli autori citati.
D'altra parte, agli albori del Cristianesimo non esisteva una Chiesa unica, un unico Cristianesimo. Vi erano molte correnti che, pur avendo visioni molto diverse, tentavano di coesistere influenzandosi, volenti o nolenti, reciprocamente. Il grande gruppo che oggi chiamiamo "cattolico", ossia universale, inizialmente era solo una fra le tante fazioni presenti e, subito dopo la morte di Gesù, ancora non aveva preso forma! Infatti, la base della sua teologia la dobbiamo all’apostolo Paolo che si convertì al Cristianesimo qualche anno più tardi, dopo averlo duramente contrastato. In questo articolo chiameremo “ortodossa” tale corrente (ortodosso significa “giusto” o “corretto”), termine che il lettore non deve confondere con la moderna Chiesa Ortodossa (greca, russa, ecc.).
Il Cristianesimo iniziale, quello dei primissimi anni dopo la resurrezione di Gesù, era molto più simile a un giudaismo riformato che a una religione indipendente. Alcuni storici moderni di grande prestigio (Vermes, Piñero, Fredriksen, ecc.), non appartenenti ad alcuna confessione religiosa, sostengono ampliamente questa ipotesi, evidenziata anche dalle testimonianze neotestamentarie. Da questo substrato giudaico, man mano che il messaggio cristiano si diffondeva in contesti culturali diversi, emersero interpretazioni sempre più variegate della figura e dell'insegnamento di Gesù.
[1] Per "reincarnazione" si intende la credenza secondo cui l'anima, dopo la morte del corpo, rinasce in un nuovo corpo (umano, animale o altro), iniziando una nuova vita terrena. Questo processo si ripete più volte in un ciclo di morti e rinascite. È un concetto molto diverso dalla resurrezione cristiana, dove si crede che l'anima, dopo un'unica morte corporale, attenda il giudizio universale per poi ricongiungersi definitivamente al proprio corpo glorificato per l'eternità, senza ulteriori cicli di vite terrene.