In un tempo senza tempo, un breve racconto di vita monastica ci fa riflettere su come lo strumento di lavoro interiore dell’immaginazione sia paragonabile, e in qualche modo analogo, all’uso che se ne può fare oggi in una moderna comunità spirituale… Anche la psicologia ci spiega come questo sia possibile.
Il sentire comune è quello di essere degli individui singoli in se stessi, ci rivolgiamo a noi stessi chiamandoci “io”. Quando si inizia un lavoro interiore, si scopre non soltanto che questo “io” è composto da una molteplicità, ma anche che c’è un altro “io”, un Amico, un fratello che ci accompagna sin dalla nascita e della cui guida e sagge indicazioni non dovremmo mai fare a meno.
Dedicato a tutte le persone che hanno vissuto o sono in un'esperienza di sofferenza, ma anche a coloro che la vivranno, poiché nella vita della materia nessuno può sottrarsi alla perdita delle persone amate, della salute e della forza, in generale, alla “perdita” e alla mancaza di controllo.
Imparare a conoscere le parti che ci abitano ci permette di osservarne le caratteristiche e i bisogni, di allentare l’identificazione con esse, di diventare meno reattivi verso il mondo esterno. La conversione dell’attenzione verso i nostri bisogni interni ci aiuta a procedere verso un cammino di integrazione.